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Retail Reply ha scoperto che per la maggior parte dei retailers britannici la parola “innovazione” evoca l’immagine di una forza perturbatrice. Il nocciolo del problema è che fino a poco tempo fa i retailers non dovevano essere innovativi, quindi non hanno alimentato il “gene dell’innovazione”. Quando si parla di innovazione ai retailers, questi sembrano avere un'idea stereotipata del significato di questa parola. Il loro concetto di innovazione è che sia un processo che comincia con una nuova idea.
Pensare all’innovazione come ad un flusso lineare è un’idea seducente. È un’idea che può comprendere chiunque facilmente e siamo tutti così abituati a pensare ai processi delle grandi organizzazioni come lineari che questa idea rientra perfettamente nel modello che abbiamo in testa.
La teoria lineare dell’innovazione può svanire solo se qualcuno prova effettivamente a metterla in pratica. Si può provare a mettere una scatola con sopra scritto "Bright Ideas" in un angolo del negozio o dell'ufficio e aspettare che venga riempita con idee dei dipendenti. Nel primo mese ci saranno tre idee 1) “assumere più personale” 2) “pagarci di più” 3) “eliminare questa scatola”. Nel secondo mese ci saranno due idee, di cui una potrebbe essere promettente. Questa viene presentata ad un analista aziendale, che conclude però che non c’è ROI; quindi l’idea viene cestinata. Nei due mesi successivi la “birght ideas box” rimane vuota e viene così dimenticata.
Se l’innovazione non è lineare e non comincia con un colpo di genio, allora come si sviluppa? Forse un'analogia migliore rispetto al percorso lineare è che l’innovazione sia un labirinto. Questo vuol dire intraprendere un percorso e trovare un vicolo cieco, tornare indietro e cercare una nuova strada.
Un altro aspetto da considerare sull’innovazione è che richiede creatività. È favorita al meglio in un ambiente con impulsi da persone con diversi pensieri e idee. Maggiori sono gli impulsi provenienti da direzioni diverse e più è probabile che nasca una grande idea.
Molti retailers stanno guardando altrove per cercare l’innovazione, in particolare stanno investendo nelle start-up nella speranza che queste forniranno loro le innovazioni di cui hanno bisogno per tenere il passo. Di primo acchito questa può sembrare una buona idea; se non si è bravi nell’innovazione, perché non pagare qualcun altro che faccia il lavoro difficile? Bene, come molte cose può sembrare buona ad un primo sguardo, ma non è una strategia che può superare un esame più approfondito. Gli incubatori non possono essere una buona scelta per i retailers, perché:
Affinché funzioni bene, l’innovazione deve essere inserita in un’azienda. La maggior parte dei retailers però non possiede questo gene e non comprende nemmeno come l’innovazione funzioni all’atto pratico.
Quello di cui hanno veramente hanno bisogno è di trovare persone che comprendano quale sia la loro attività e dove stia l’innovazione e che siano in grado di promuovere e sostenere l'innovazione a livello interno. Un partner che abbia esperienza nel seguire i molteplici percorsi di innovazione e che sia in grado di fare da guida nel selezionare il percorso più adatto. Una collaborazione di successo porterà a far sì che l'innovazione si sviluppi nel corredo genetico dell’organizzazione.
Retail Reply garantisce che gli investimenti in innovazione siano sostenibili e abbiano un'influenza reale sul futuro dell’organizzazione. Con il supporto della rete Reply si ha accesso alle ultime tendenze in merito alla vendita al dettaglio e alla ricerca oltre che l’accesso diretto alle nuove tecnologie: tutto quello che serve per alimentare il gene dell’innovazione.