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Da tempo, ormai, le tematiche legate al Digital Workplace sono oggetto di discussioni sempre più diffuse nelle realtà aziendali sensibili e attente al proprio processo di digitalizzazione.
Come per ogni tendenza, gli effetti si propagano velocemente e, a partire dai primi mesi del 2018, è stato possibile riscontrare tentativi sempre più estesi, da parte delle organizzazioni, di recepire e tradurre innovazione e tecnologie in nuovi strumenti di lavoro per ridurre le distanze tra il contesto lavorativo e il mondo esterno.
Cosa ci aspetta nel futuro prossimo? Secondo gli esperti è possibile identificare almeno cinque tracce che stanno guidando l’evoluzione dei nostri uffici nella trasformazione in Digital Workplace.
BOT E ASSISTENTI VIRTUALI PER INTERAZIONI PIÙ EFFICACI Una ricerca condotta da Gartner qualche anno fa prevedeva che entro il 2018 almeno il 30% delle nostre conversazioni sarebbe stato assistito dall’intelligenza artificiale. Con la crescita di esperienze di consumo sempre più avanzate e immersive, rientra nella normalità, per il consumatore, abituarsi a prestazioni on demand aspirando a un servizio di assistenza su misura in grado di garantire risposte immediate.
Anche all’interno dell’azienda, in particolare quando il numero di dipendenti e la presenza diffusa sul territorio mettono a rischio la capillarità delle informazioni, i chatbot rappresentano una risorsa preziosa nelle interazioni one-to-one.
La possibilità di interazione con tutti gli utenti viene amplificata garantendo supporto immediato nello svolgimento di pratiche quotidiane, velocizzando procedure ripetitive e assicurando velocità e pervasività nella consegna dei messaggi di importanza strategica.
Sempre Gartner prevede, ora che, entro il 2020, il 30% della navigazione web avverrà senza necessità di uno schermo grazie alla possibilità di interagire con le interfacce attraverso la nostra voce.La potenzialità delle interazioni vocali rappresenta una delle principali attività di investimento delle strategie digitali, ma non solo. Da qualche settimana, il successo di Google Home, arrivato anche in Italia, ci ha già dato un assaggio della potenzialità di un assistente a cui possiamo delegare, in tempo reale, molte delle nostre richieste senza necessità di una tastiera o di uno schermo. Questo implica un’ulteriore necessità, per brand e organizzazioni: sviluppare un tono di voce e una personalità uniche e distintive, dentro e fuori l’azienda.
CONTENT E AUTOMATION: IL MIX VINCENTE PER FARE COLPO SULL’ AUDIENCE L’ascolto e lo studio delle abitudini degli utenti online, grazie a quantità di dati sempre più significativi e granulari permettono alle aziende di offrire strategie di marketing mirate nei confronti di un pubblico che si dimostra selettivo in merito alle modalità e alle tempistiche del proprio coinvolgimento.
Alle dinamiche di osservazione si affiancano i sistemi di automazione che rendono più efficienti le attività operative dei team redazionali senza tralasciarne i valori dell’originalità e della creatività. Le piattaforme di content automation sono soluzioni tecnologiche specializzate che hanno la capacità di gestire attività di cui, fino a ieri, erano spesso responsabili gruppi di lavoro differenti o che necessitavano di integrazioni ad hoc tra applicativi eterogenei (ad esempio per l’invio di DEM, per la gestione delle campagne di comunicazione, dei social media e del monitoraggio degli analytics). Sulla base di questa tendenza, alla creazione di contenuti rilevanti si affianca un processo di distribuzione attraverso soluzioni personalizzate che tengono conto del come e del quando le persone preferiscono essere coinvolte. Anche nella comunicazione interna alle aziende è importante recepire questa evoluzione: il dipendente, come qualsiasi lettore, esprime necessità differenti sulla base del proprio ruolo, del grado di interesse e di conoscenza di un argomento. Dall’altra parte dello schermo, invece, occorre ragionare, in termini di efficacia e efficienza sulle attività delle redazioni: attraverso la componente dell’automazione è possibile delegare attività ripetitive e, grazie alla pianificazione di gestione dei contenuti, intervenire nel modo più adatto per soddisfare le esigenze di lettura e procedere al loro monitoraggio in tempo reale.
NON SOLO SMART BUILDING Grazie alla diffusione di pratiche di lavoro smart sarà sempre più necessario passare dal concetto tradizionale di ufficio a quello di smart office: layout degli spazi, tecnologie, arredi e comportamenti contribuiranno al passaggio verso la “postazione di lavoro intelligente” in grado di prevedere una specializzazione degli spazi sulla base di differenti esigenze professionali, con attenzione al benessere fisico e emotivo delle persone.
Non si parlerà solo di smart building ma IoT, Machine Learning e AI troveranno la loro applicazione anche nell’organizzazione degli spazi rendendo più semplice e immediato il parcheggio o l’accesso all’edificio. Il badge d’accesso sarà sostituito da una combinazione di riconoscimento vocale e facciale che non soltanto sarà in grado di identificare il dipendente ma anche di guidarlo verso la sala riunioni.
DA BYOD A BYOA E’ sempre più diffuso il comportamento, che in molti casi si dimostra una necessità, di collaborare e comunicare utilizzando gli strumenti di propria preferenza che si rivelano gli stessi strumenti che, per comodità e usabilità, vengono impiegati fuori dall’orario di lavoro.
Se ormai sono sempre più attivi, nelle aziende, programmi BYOD ( Bring Your Own Device) che permettono di utilizzare i dispositivi personali per accedere agli applicativi aziendali, a tendere, sentiremo parlare sempre più spesso di BYOA (Bring Your Own Application): tendenza che abilita i dipendenti nella scelta delle applicazioni preferite per svolgere una specifica attività. La nuova forza lavoro non soltanto preferisce utilizzare i propri dispositivi ma vorrebbe anche utilizzare le proprie applicazioni.
LA GRANDE SFIDA DEL REMOTE WORK Fra 10 anni non useremo più il termine remote work. Non spostarsi più fisicamente in uno spazio dove trascorrere 8 ore al giorno ma connettersi ad un ambiente di lavoro digitale sarà l’abitudine. Saremo in grado di interagire di presenza con i nostri colleghi e con i loro ologrammi in 3D.
Questo scenario è vicino ma non è ancora dietro l’angolo. Nel frattempo , la tecnologia sarà essenziale per aiutare i lavoratori a mantenere i contatti oltre i confini nazionali e i manager a guidare un team in giro per il mondo. Il suggerimento è di sperimentare nuove modalità di trasmissione della company culture, lontani dalla nostra scrivania.
Concludiamo le nostre riflessioni con la certezza che l'influenza del comportamento dei consumatori anche sui comportamenti attesi all’interno degli uffici continuerà a guidare l’evoluzione del digital workplace. Se nelle nostre case possiamo interrogare un assistente digitale e chiedergli di eseguire delle attività basate su informazioni data driven ci aspettiamo, come minimo di poter fare lo stesso nel nostro ambiente di lavoro digitale.